Associazione Macondo

Come cita la prima frase del sito di Macondo, l’associazione ha come principale scopo l’incontro e la comunicazione tra i popoli.
“Macondo è un’associazione che aggrega attorno alla convinzione della possibilità di fratellanza, di condivisione di un’uguaglianza fondamentale. Del sogno che sia possibile una comunità dove le diversità non contino se non come opportunità e modi e forme di un arricchimento per tutti…(Mario Bertin)”

Il presidente dell’Ass. è D. Giuseppe Stoppiglia

http://www.macondo.it

Comunità San Benedetto al Porto


La Comunità San Benedetto al Porto in Genova inizia l’attività a tempo pieno nel giugno 1975, nei locali della Canonica messi a disposizione dal buon parroco, don Federico Rebora.
La Comunità accoglie tutti coloro che si trovano in situazione di disagio, con particolare attenzione al mondo della tossicodipendenza da sostanze illegali, da alcool e del disagio psichico. La Comunità è disponibile per coppie o singoli genitori con bambini.

Questo progetto di crescita non è stato improvvisato; esso nasce da una lunga esperienza con il mondo della devianza e dell’emarginazione del suo fondatore, don Andrea Gallo, salesiano, incardinato dal 1965 nella Diocesi Genovese.

Lo Spirito di don Bosco, il martirio (1945) del pastore luterano D. Bonhoeffer, la testimonianza di don Lorenzo Milani e della sua scuola di Barbiana, l’insegnamento di don G. Aldo Ellena sul valore culturale dell’Animazione Sociale e sulla funzione e progettualità del volontariato, la Primavera del Concilio Vaticano II, il rifiorire della Resistenza Indio-Afro popolare dell’America Latina, il pensiero e l’azione dello psichiatra Franco Rotelli, direttore dei servizi psichiatrici di Trieste e Mario Tommasini,
delle Cooperative Sociali di Parma.

La Comunità ha realizzato il comune progetto (1988) di un albergo e di
una Comunità Agricola nella Repubblica Dominicana.

http://www.sanbenedetto.org

Stop al consumo di territorio

L’Italia è un paese meraviglioso. Ricco di storia, arte, cultura, gusto, paesaggio. Ma ha una malattia molto grave: il consumo di territorio. Un cancro che avanza ogni giorno, al ritmo di quasi 250 mila ettari all’anno. Dal 1950 ad oggi, un’area grande quanto tutto il nord Italia è
stata Seppellita sotto il cemento. Non si può andare avanti così! La natura, la terra, l’acqua non sono  risorse infinite. Il paese è al dissesto idrogeologico, il patrimonio paesaggistico e artistico rischia di essere irreversibilmente compromesso, l’agricoltura scivola verso un impoverimento senza ritorno, le identità culturali e le peculiarità di ciascun territorio e di ogni città, sembrano destinate a confluire in un unico, uniforme e grigio
contenitore indistinto.La Terra d’Italia che ci accingiamo a consegnare alle prossime
generazioni è malata. Curiamola!

http://www.stopalconsumoditerritorio.it