Morire per 5 euro l’ora? …eccovi le mie riflessioni

Francesco Pinna il giovane studente (operaio) schiacciato dal crollo del palco che stava montando a Trieste

La vita non ha prezzo, sembra banale dirlo, ma certe cose è bene ricordarle, NON esiste un prezzo con il quale possiamo “pesare” il valore di una vita.

Fosse anche alto, altissimo…

Esiste però la dignità, come la dignità del lavoro e senza questa dignità ritroviamo troppo spesso tragiche morti sulla cronaca dei giornali che oramai ci passano davanti nella peggiore delle abitudini e nell’indifferenza.

E’ un bollettino di guerra.
Morti sul lavoro o meglio, caduti sul lavoro:

980 nel 2010 i casi di morte sul lavoro in Italia
30.000 gli infortuni sul lavoro all’anno in Italia

Nell’ambito dello spettacolo la situazione risalta agli occhi perchè è difficile associare che dietro ai lustrini e agli effetti stroboscopici di un concerto dove si paga un biglietto di sessanta, a volte oltre cento euro vi siano dei lavoratori che vengono privati della loro dignità.

Ma non dobbiamo lasciarci distrarre dal caso singolo quanto comprendere e non smettere di lottare per difendere il lavoro TUTTO, perché non si può costruire una società dove le sue fondamenta, cioè migliaia e migliaia di esseri umani lavoratori, siano messe in pericolo dalle logiche di un mercato consumista e becero che considera la vita merce, dando a quest’ultima un prezzo.

La vita non ha prezzo ma a volte può costare quanto un giro di giostra al luna park… 5 euro circa…

solamente che da quella giostra, a fine giro, non puoi più scendere per ritornare ad abbracciare tua madre, tuo padre, ogni persona a te più cara.

Spero che quanto accaduto allo studente Francesco Pinna non solo faccia riflettere ma soprattutto possa essere per molti l’inizio di un cammino di lotta e attivismo in difesa della dignità del lavoro.

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Articolo 36 della Costituzione Italiana

Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa