Politica-Poetica

Il sentimento umano nel pieno della sua elevazione artistica e spirituale non può essere che fonte di vita per una nuova politica.

D’altra parte, nessuno di noi può esimersi dal fare politica, perchè siamo politica in ogni scelta quotidiana, da quando nasciamo a quando moriamo.

Per troppo tempo abbiamo creduto alla favola che la politica si potesse delegare ma questa è stata la fonte d’ogni nostro problema sociale.

Chiunque si ritrovi a far parte di una comunità è a pieno titolo persona-politica che agendo determina non solo il suo presente ma soprattutto le scelte future per le quali verranno coinvolte generazioni e generazioni.

Il termine stesso Politicus deriva dal greco politikos, alla cui radice è polis, città.

Da polis proviene polites cioè il cittadino, nel pieno dei suoi diritti e dei suoi doveri ed è per questo che nessuno può esimersi dall’essere nel quotidiano soggetto politico.

Siamo figli e fratelli, padri e madri, cugini e nipoti, con diritti e doveri, liberi se consapevoli d’essere parte di un tutto, di un popolo in cammino, di un nuovo mondo possibile.

Un carico di responsabilità non facile da gestire ma se la caduta verso il materialismo, l’edonismo, l’individualismo ci ha reso isole aride è il tempo di ritornare a splendere come terre vergini dove il sole è un fratello che ci osserva sereno e la pioggia è un’amica gentile che ci offre l’essenza stessa della nostra vita: L’acqua.

Tornando ad essere terre vergini potremmo finalmente scrollarci di dosso la fatica di fingere, di apparire ciò che non siamo, cercando nella dimensione della nostra umanità che è fatta di vita e di morte, di inizio e di fine, lo splendore della saggezza e la verità dell’innocenza.

Il nostro potenziale è un immenso universo di pensieri, emozioni, azioni dove l’agire determina il nostro presente ed il futuro dei nostri figli.

Ma per fare questo dobbiamo riconquistare la bellezza di credere nella politica, che porta ad agire lasciando la supponenza del sapere e la critica fine a se stessa che spinge ogni individuo all’immobilità.

La politica dell’essere ha bisogno di umanità non di potere, ha bisogno di ascolto e conoscenza, non certo di un sapere nozionistico.

Non ci resta che alzarci in piedi e a tempo di danza andare incontro ad una nuova politica senza paure, senza obbiettivi di conquista se non con il solo desiderio in cuore di convivere e condividere esperienze, difendendo il rispetto, l’uguaglianza, l’equità tra universi di persone legate alla natura come bene assoluto, mistero degli abissi, luce dell’universo, per un nuovo mondo possibile dove poesia e dignità siano sorelle eterne, amiche indissolubili.

Luca BAssanese