Ecco perché il 21 aprile parteciperò al Teatro Diana di Nocera Inferiore alla serata “Ricostruire la speranza – contro la camorra per la Città della Scienza”

RICOSTRUIRE,
può sembrare una parola forte, chiara, decisa.

Ma ricostruire non è facile, perché vuol dire per prima cosa iniziare da subito a mettere pietra su pietra, mattone su mattone, non solo dal punto di vista fisico, materiale, ma prima di tutto, ricostruire, vuol dire interrogarsi nel profondo, credere fortemente nella necessità di ricostruire, non solo perché si deve, ma perché si sente, forte, dentro, come la necessità di iniziare un nuovo racconto, una nuova storia.

La cosa più difficile nel ricostruire è mettere da parte la rabbia, l’odio, la vendetta, che sono le matrici essenziali di chi distrugge, di chi non riconosce il senso della bellezza perché forse l’ha incontrata ma non l’ha mai riconosciuta e perché dentro ogni sua debolezza trova soltanto il senso della violenza in ogni gesto, in ogni azione.

Quando il fuoco brucia, serve l’acqua per spegnerlo ma quando l’amore brucia, è più forte e non si esaurisce, si alimenta e diventa più grande. L’amore per qualcosa di importante, qualcosa che risponde al nome di cultura, crescita, futuro, è più forte.

Ed è così che un fiore sboccia, rinasce, perché rinascono per prima cosa le coscienze e si rafforza la consapevolezza di sentirsi parte di un’altra storia, di un’altra visione della vita che è fatta di una comunità che non si lascia sopraffare dai soprusi, dall’odio, ma che unita lancia un grido di gioia, non di rabbia! Ma di Gioia! Testimoniando il suo amore per ciò che era ed è stato distrutto, con la certezza che domani ogni cosa sarà più grande, più bella.

Nessuno può rubarti nulla se ciò che hai di più caro è la tua coscienza, nessuno può rubarti nulla se ciò che hai di più caro sono i tuoi pensieri…

Nessuno può distrugge i sogni perchè non si può distruggere ciò che è scolpito nell’anima della gente… ed allora innalziamo i nostri sguardi oltre la cenere, oltre il fumo, oltre il porto ed impariamo dal mare che da millenni ci osserva silenzioso con le sue onde, che una dopo l’altra incessantemente disegnano la riva.

Oggi non c’è stato tolto nulla ma ci è stata data una nuova possibilità.

La Città della Scienza è viva, dentro ad ogni pensiero, dentro ad ogni sguardo… Non resta che iniziare da subito a trasformare il sogno in materiale, così da renderlo visibile a tutti, buon cammino,

sarà pura energia!
Sarà pura Rivoluzione!

Ci vediamo il 21 aprile al Teatro Diana di Nocera Inferiore,

un Abbraccio Solidale e Resistente,
Luca Bassanese